Errore frequente degli studenti di traduzione alle prime armi è quello di non considerare abbastanza a fondo questo aspetto, spesso per fretta o per paura di non consegnare un lavoro o un compito in tempo si tralascia l’importanza, non solo di tradurre ma di localizzare.
Oggi più di ieri i prodotti sono costruiti in maniera internazionale, da un sito web ad un gioco ad una rivista. Spesso è più economico produrre un contenuto in una lingua e poi tradurlo nelle altre, ma l’adattamento deve essere fatto con rigore. Produrre un testo di arrivo soddisfacente infatti non è semplice, è un complicato lavoro in cui tenersi ancorati alla letteralità dei termini spesso non è d’aiuto.
Prescindendo dalla traduzione letteraria, la quale meriterebbe uno spazio a parte, ciò che si rivela spesso necessario per tradurre testi tecnici o testi come quelli pubblicitari, di marketing, turistici etc…è riuscire a trovare la giusta via di mezzo fra rispettare il significato e rendere in maniera dinamica ciò che il lettore si aspetta di vedere nella lingua di arrivo. Quali sono i modi di dire che sono più consoni ad un contesto o ad un settore.
Spesso la localizzazione serve proprio a superare un confine culturale che si metterebbe davanti ad un traduttore impedendogli di fare un lavoro soddisfacente. Quando questo capita si parla di cultural bound, quel fenomeno per cui la lingua di un parlante non è adatta ad esprimere, per la mancanza di un corrispettivo, un concetto presente in un’altra lingua. Sta allora alla creatività del traduttore riuscire a valicare questo confine usando tutta la sua abilità di madrelingua per realizzare parafrasi creative, sempre ricordando che questa fase è una fase successiva a quella della traduzione. Una traduzione a posteriori, che di solito è consigliabile fare dimenticandosi per un breve momento del testo originale.
La localizzazione può essere anche considerata una traduzione intralinguistica, ovvero una sorta di traduzione o labor limae fatto all’interno della medesima lingua. Ad esempio una volta fatta la traduzione di una pagina web dall’inglese all’italiano, ci sarà bisogno di una seconda fase di adattamento. Se il testo è destinato all’Italia o alla Svizzera italiana, le referenze socioculturali cambieranno.
Spesso i limiti fra traduzione e localizzazione sono molto sottili e potrete sentire degli accademici dissentire e discutere animosamente su quanto essi siano sfumati, possono scatenarsi dei dibattiti pari a quelli dei politici in parlamento. Rispetto alla traduzione la localizzazione può comportare anche in più l’adattamento della grafica; l’adozione di monete locali, l’utilizzo di appositi moduli per date, indirizzi e numeri di telefono , scelte diverse in termini di colori, e molti altri dettagli, che portano a ripensare spesso intere strutture di contenuti.
Tutti questi cambiamenti hanno lo scopo di riconoscere le sensibilità locali, evitare il conflitto con la cultura del luogo, i costumi, le abitudini, oltre all’obbiettivo di entrare nel mercato locale attraverso un avvicinamento ad i suoi usi e costumi. Il processo è usato in particolar modo per adattare siti web, riviste e videogames.