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Tradurre per i giochi: intervista a due traduttori che non scherzano!

Si pensa sempre che l'attività del traduttore sia facile, provate a chiederlo a chi per lavoro traduce un gioco, vi risponderà che é un lavoro tanto divertente quanto faticoso. 

9 lug 2013 Articoli - Tempo di lettura: min.

traduzioni

Ragazzi come siete diventati traduttori di giochi?

Federico Franzoni, Games Localization Project Manager a Alpha Coronel Gold, Barcellona. La mia carriera è iniziata per caso, nel luglio del 2007. Stava terminando il mio Erasmus a Madrid e cercavo disperatamente una maniera di prolungarlo. Un amico mi inviò un link con un’offerta di lavoro di Electronic Arts, inviai un curriculum, completai un test di traduzione e fui assunto come tester di localizzazione, esperienza che si prolungò per due anni, fino ad arrivare a coordinatore di testing di giochi per cellulari, tablet e casual games. Lasciati gli uffici EA ho lavorato brevemente come freelance fino ad occupare l’attuale posizione di project manager. Il nostro dipartimento di games lavora per grandi publisher (MMORPG, casual games, giochi per console…),io sono specializzato nel gestire progetti di Trading Card Games.

Elisa Anna Grattapaglia - Traduttrice in house ad Alpha CRC (Divisione Giochi - Barcellona). Dopo essermi laureata in "Scienze della Mediazione Linguistica" e "Lingue Straniere per la Comunicazione Internazionale", ho iniziato a lavorare nel settore presso una piccola agenzia dove mi son fatta le ossa per quasi 6 anni, su testi tecnici e di giochi. Ultimamente ho deciso di concentrarmi sui giochi, che lasciano molto più spazio alla creatività e alla fantasia.

Quali sono le più comuni difficoltà del tradurre un gioco?

Federico: La grande difficoltà è trovare l’equilibrio tra coerenza nella terminologia e creatività. Bisogna rispettare i glossari e le memorie di traduzione, la coerenza è fondamentale, per non confondere il giocatore: se la “spada del fuoco infernale” nella schermata successiva si chiama “della fiamma diabolica”, l’utente può malinterpretare le meccaniche di gioco e la sua esperienza ludica si converte in negativa per colpa dell’errore di traduzione. Inoltre, è necessario il rispetto delle linee guida imposte dai produttori di console: “button” non si può tradurre nello stesso modo per una piattaforma Microsoft e per una Sony, altrimenti s’incorre nel rifiuto della pubblicazione del gioco da parte dei “third parties”. D’altra parte c’è l’esigenza di adattare alla propria lingua un contenuto di intrattenimento, creativo attraverso la ricerca dell’aggettivo, dell’atmosfera giusta, della trasposizione del gioco di parole. Il traduttore di videogiochi deve essere anche una sorta di scrittore creativo, capace di rimodellare gli effetti della lingua d’origine alla propria, ricreando le stesse atmosfere che vuole trasmettere l’autore del primo testo, il game writer.

Elisa Anna, e tu che ne dici? Sei d’accordo? Si, sono d’accordo, avere più spazio per la propria creatività è sicuramente un'arma a doppio taglio: da un lato, infatti, dà molta più soddisfazione, dall'altro, non tutti i giorni sono uguali e a volte la fantasia viene a mancare quando più servirebbe. In questi casi, la giornata è in salita e più si riflette su come rendere adeguatamente in italiano un nome o una frase che nella lingua di partenza suonano così poetici e scorrevoli, meno soddisfacente suona il risultato. Spesso, inoltre, i tempi che si hanno a disposizione sono piuttosto ridotti, quindi bisogna cercare di fare il possibile per produrre traduzioni di qualità attingendo a tutte le proprie risorse "cerebrali".

Esistono basi di dati o esempi per farlo?

Federico: Grazie a internet, si cercano online esempi di giochi simili a quello che si vuole tradurre, testi della stessa ambientazione, per ispirarsi a soluzioni già trovate da altri. Per quanto riguarda le risorse interne, è il project manager di localizzazione, o l’account manager in accordo con l’azienda che produce il gico, che lavora per preparare glossari, memorie di traduzione, fornire documenti che descrivono le caratteristiche del gioco in questione, le guide di stile per trasmettere una certa atmosfera. Gli studio e i publisher sono sempre più coscienti dell’importanza della localizzazione per la vendita del prodotto, e cercano di mettere in contatto la traduzione con il marketing, in modo da creare testi e audio attraenti per l’utente.

Elisa Anna replica: Dipende anche dal tipo di gioco e dalla sua "storia". Ad esempio, se si tratta di giochi che esistono da diversi anni e sono ormai conosciuti nei minimi dettagli dai giocatori appassionati, il cliente può (e dovrebbe) fornire memorie di traduzione e glossari ai quali attenersi per la terminologia e le espressioni ricorrenti, in modo da garantire coerenza interna e continuità con il passato. Lo stesso accade se, ad esempio, il gioco si basa su cartoni animati o serie TV: i giocatori, ovviamente, si aspetteranno di ritrovare i nomi di luoghi, oggetti e personaggi visti in televisione anche nel gioco, quindi il traduttore dovrebbe poter disporre di riferimenti adeguati. Il discorso è diverso, invece, per i nuovi per i quali la collaborazione con il cliente di cui parlava Federico è fondamentale. 

Tradurre per i giochi: intervista a due traduttori che non scherzano!

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